Terzo anno: La tregua - a.s. 2017-2018
Terzo anno:
Uomo/Macchina
La critica più aggiornata ha messo in luce le straordinarie qualità dei racconti di ispirazione scientifica o fantascientifica di Primo Levi, a lungo oscurati da quella parte della sua produzione dedicata all’esperienza concentrazionaria: tali racconti rappresentano invece un tassello fondamentale della riflessione di Levi sull’umano, sui suoi rapporti con la macchina, con la materia inerte, con le possibilità della cibernetica e della virtualità, essi rappresentano quindi una chiave ideale per indagare un altro aspetto fondamentale della nostra contemporaneità – quello del rapporto dell’uomo con scienza e tecnologia – e concludere così il percorso di Cronache terrestri.
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Primo Levi e “La tregua”
nell’interpretazione del Liceo Scientifico “Galilei”
Con piacere pubblichiamo il commento alla rappresentazione teatrale delle Cronache terrestri “La tregua”, di mercoledì 6 giugno u.s., scaturito dalle attenzioni della collega, professoressa Francesca Violoni, acuta osservatrice e generosa dispensatrice di riflessioni:
“Interessante e originale l’opera teatrale messa in scena dagli allievi del “Galilei” di Macerata, guidati dagli esperti Antonio Mingarelli e Gabriele Cingolani, coadiuvati dalle insegnanti Rita Morresi, Anna Maria Mazzanti, Serenella Pagnanini e Giuseppina Capodaglio. Ogni scelta registica ha contribuito a ricostruire l’atmosfera del romanzo “La tregua”: innanzitutto lo spazio scenico (così simile ai “blocchi” di Auschwitz) ha costruito una sorta di spazio metafisico oppressivo e angosciante, in cui “albe e notti variano per pochi segni”, mentre la mescolanza babelica di lingue e idiomi ha reso con efficacia l’idea di solitudine e spaesamento. I giovani attori, con dedizione e umanità, si sono ben calati nelle storie dei prigionieri, che giungevano, claudicanti e feriti, da “spaventosi esili”. Davvero riuscito anche il lavoro sul corpo: i balli funambolici o clowneschi, i canti – eseguiti da solisti o in coro – sembravano voler liberare il corpo dalle catene invisibili dell’asservimento e della sopraffazione, mentre gli spettatori, immersi nell’allegria di una festa improvvisata, cercavano la liberazione. Ma invano. In quel viaggio rapsodico di un impossibile ritorno i prigionieri non possono trovare un varco: ad ora incerta si affaccerà la voce mattutina con il suo monito imperioso e la guerra con i suoi fantasmi parlerà muta da pareti invisibili.”
Senz’altro la professoressa ha colto il lato commovente e intenso di un lavoro teatrale che ha avuto negli allievi i più convinti interpreti di Primo Levi e di tanti altri uomini e donne che, come lui, non superarono mai del tutto il dramma della prigionia nei lager.
Aggiungo di seguito il saluto ai “colleghi della compagnia” di un’allieva del quinto liceo, Shara Ester Abruzzese, attrice protagonista di ogni rappresentazione delle Cronache terrestri:
“GRAZIE per questa esperienza condivisa, grazie per aver lavorato sodo e avercela messa tutta in questo anno di lavoro. Avete dato il meglio di voi, sia in fase di preparazione del copione e delle scene, che nel corso delle prove e durante lo spettacolo finale, avete arricchito tutto con le vostre idee, il vostro tocco personale. …. è stata un'emozione come poche: intensa e totale. In particolare ad Antonio e Gabriele un enorme grazie per aver avuto la folle idea di guidare un branco di ragazzi verso una nuova sensibilità, per averci fatto lavorare... mi mancherà questa compagnia “camaleonte”, che con gli anni cambia i componenti, ma non lo spirito con cui lavora.”
Seguono, in allegato, le foto di alcuni momenti della rappresentazione teatrale