“È ora di sciogliere le vele e prendere il largo”
L’anno scolastico 2020/2021 volge al termine: il 1 luglio anche gli esami di maturità delle nostre sette classi quinte si concluderanno, con la soddisfazione della gran parte degli studenti e degli insegnanti.
In occasione dell’ultimo Collegio dei docenti, il liceo scientifico “G. Galilei” ha organizzato a seguire un pranzo di saluto del personale Ata e dei docenti che, con il 1 di luglio o con il primo settembre p.v., saranno in pensione.
Giornata memorabile, il 15 di giugno, in cui il Dirigente ha riassunto con orgoglio in Collegio i momenti salienti dell’anno scolastico più “accidentato” della storia del liceo, che, nonostante l’alternanza della DAD e della DDI, ha visto compiersi comunque numerosi progetti che hanno garantito il successo della proposta formativa del “Galilei”, viste le nuove otto classi di prima previste per il prossimo anno scolastico.
Con l’augurio che si torni tutti in presenza dal prossimo settembre, il Dirigente ha poi salutato ad uno ad uno i pensionati, che hanno manifestato con commozione la gioia del traguardo cui sono giunti.
Dopo il collegio, sotto il pergolato del ristorante le Case di Macerata, rigorosamente all’aperto, il saluto dei pensionati si è fatto festoso: Andrea Antinori, Laura Mancini, Sandra Piangiarelli, Paolo Matcovich, unitamente ad Anna Panunti e Maurizio Giustozzi hanno brindato con il Dirigente ed i colleghi alla conclusione del loro percorso lavorativo.
In particolare, il professor Andrea Antinori ha fatto omaggio alla scuola di una sua stampa fotografica, fine art, realizzata in formato 70 per 110, che ritrae la meravigliosa fioritura dei piani di Castelluccio, auspicio di rinascita per la scuola tutta dopo il lungo periodo di pandemia.
Paolo Matcovich, veterano del “Galilei”, ha voluto ringraziare il liceo con un suo pregevole testo, che ha letto alla festa, dedicato a tutti quelli che nella scuola si sono realizzati e hanno saputo valorizzare gli studenti. Ci permettiamo di stralciare una parte del discorso, nella convinzione che possa interpretare il pensiero di molti che lavorano o hanno lavorato nella nostra scuola:
“…Ho cercato di essere fedele, nei vari impegni scolastici, alla regola d’oro che non si dovrebbe mai perdere di mente: la scuola è per la vita, non la vita per la scuola! [… ] Ho creduto, anche a costo di qualche velleità o delusione, nella dimensione – passatemi l’aggettivo – estetico-artistica del nostro lavoro che ci rende così “folli” da insistere a “seminare” e“coltivare” – lezione dopo lezione – senza dover pretendere in nessun modo il raccolto voluto o sperato. Ars docendi, è la nostra, perché può trasformarci in attori, insieme agli studenti, di una trama teatrale che, comica o drammatica che sia, ci riserva colpi di scena ed invenzioni di ruoli veramente imprevedibili ma anche gratificanti. Così, non per incanto ma per volontà e prassi, tutto diviene spettacolo e non routine! E Dio sa, permettetemi questa espressione, di quanta Bellezza e Leggerezza la scuola italiana, in via di progressiva aziendalizzazione e burocratizzazione, abbia realmente e urgentemente bisogno. Proprio per questo mi sono sempre sentito in difficoltà a intendere o definire, ciò che ho svolto nella scuola, come mestiere e professione o, più romanticamente, come vocazione e missione. [… ] Carissimi co-pensionati, è davvero ora di sciogliere le vele e, senza indugi, prendere il largo! Grazie a tutti, di avermi concesso “licenza” di parola per salutarvi collegialmente e affettuosamente. Ave atque vale a ciascuno di voi.”
Di seguito le immagini della giornata di festa.